Ansia e attacchi di panico rappresentano un indicatore chiaro del modo in cui ci approcciamo alla vita e ci relazioniamo alla società. La condizione di malessere ha origine nella mente, ma per risolvere il problema è necessario partire dalla consapevolezza che l’ansia fa parte di noi e costituisce una sorta di innesco per avviare il “motore” del cambiamento di fronte a situazioni di stallo. La sensazione collegata all’ansia ci sollecita a trasformare le dinamiche interiori in quanto l’accumulo di ansia è determinato da un eccesso di stimoli esterni che ci impediscono di utilizzare nel modo corretto i nostri sensi e quindi a non accogliere le situazioni nel modo corretto e nell’incapacità di digerire le emozioni.
L’ansia provoca lo sprigionarsi di adrenalina e questo avviene in particolar modo ogni qualvolta l’uomo si trova a dover affrontare una difficoltà e ha bisogno della forza necessaria per affrontarla. Esistono due tipi di ansia, una benefica e che corrisponde alla normale agitazione di affrontare una situazione e che poi svanisce e un’ansia negativa che corrisponde a sensazioni di agitazione e affanno e che può provocare sintomi fisici come dolori a testa, addome, schiena, tensioni muscolari, giramenti di testa, reflusso, nausea, vomito, diarrea, stimolo ad urinare frequentemente. Tra i disturbi di un’ ansia eccessiva, quello dell’attacco di panico dovuto ad un eccesso di energia che non può fluire e scorrere accumulandosi fino a generare un sovraccarico difficile da controllare.
I disturbi dell’ansia sono connessi anche a blocchi energetici e fisici nelle cinque cavità cranica, gola, toracica, addominale e pelvica.
Secondo l’ayurveda ad ogni dosha esiste un tipo di ansia corrispondente, anche se in linea generale l’ansia è dovuta ad uno squilibrio di Vata dosha. Il suo squilibrio porterà inevitabilmente a paura, instabilità e insonnia, lo squilibrio di Pitta provoca soprattutto rabbia, irritabilità e gelosia, uno squilibrio di kapha soprattutto depressione e pigrizia.
Sempre secondo l’ayurveda, l’ansia è determinata anche da una dieta scorretta, una routine giornaliera e uno stile di vita scorretti, da un sonno alterato, mancanza di movimento che alla lunga possono causare squilibri emotivi quali senso di colpa ed ingiustizia, insicurezza, paura, attaccamento, avidità, accumulo di ama, ovvero tossine fisiche e mentali.
I trattamenti ayurvedici mirano a curare attraverso l’uso di massaggi, dieta, purificazioni ed erbe. Sono proprio queste ultime a rappresentare uno dei migliori rimedi per questi disturbi. Le più conosciute sono la Centella Asiatica, il Brahmi, il Tulsi o basilico sacro, l’Ashwagandha o ginseng indiano. Queste erbe sono utilizzate da millenni per curare i disturbi mentali e migliorare le funzioni cognitive in quanto possiedono qualità stabilizzanti . Esse le ritroviamo anche in tonici ayurvedici importanti come il Brahmi Rasa e negli oli medicati che vengono utilizzati in tutti quei trattamenti ayurvedici volti a migliorare la circolazione del sangue al cervello, e stimolare le ghiandole pineale e pituitaria, come ad esempio lo Shirodhara e lo Shirobasti che agiscono come nutrienti molecolari sui neurotrasmettitori che aiutano a curare tensione mentale, insonnia, stress e perdita di memoria.
Michea Martelli

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